Si chiama Voucher Innovation Manager ed è il contributo a fondo perduto introdotto dalla Manovra2019 per l’acquisto di prestazioni consulenziali finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale.

Il decreto del 7 maggio 2019, recante le disposizioni applicative del voucher, è approdato in Gazzetta ufficiale. 

 

Chi è l’Innovation Manager

Si tratta di una figura decisiva, soprattutto nell’ambito del Piano Impresa 4.0, per le aziende che vogliono accelerare i propri processi di innovazione e trasformazione digitale.

Il manager dell’innovazione è dunque un professionista che si occupa di favorire processi di digitalizzazione e riorganizzazione aziendale e per sviluppare competenze, sul piano tecnico e manageriale, in grado di consentire la gestione dei profili di complessità organizzativa e produttiva che impone la trasformazione tecnologica.

 

Come funziona il Voucher Innovation Manager

Partiamo dalle cifre: la Manovra destina 25 milioni di euro per il 2019, il 2020 e il 2021 a questa misura. Quindi, 75 milioni in tutto.

Il decreto fissa i requisiti per accedere al voucher. Il contributo è rivolto alle PMI e alle reti di imprese che hanno assunto risorse manageriali per favorire processi di digitalizzazione, l’Innovation Manager appunto. ll contratto di rete dovrebbe prevedere un minimo di tre imprese.

Il voucher è diversificato in base alla tipologia di impresa che ne fa richiesta:

  • per le micro e piccole imprese il contributo è pari al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 40mila euro,
  • per le medie imprese è del 30% entro il limite massimo di 25mila euro,
  • nel caso dei contratti di rete il voucher è del 50% entro il limite massimo di 80mila euro.

Le spese ammissibili al contributo devono essere sostenute a titolo di compenso per le prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete.

Spese che devono indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale attraverso l’applicazione di una o più delle seguenti tecnologie abilitanti:

  • a) big data e analisi dei dati;
  • b) cloud, fog e quantum computing;
  • c) cyber security;
  • d) integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;
  • e) simulazione e sistemi cyberfisici;
  • f) prototipazione rapida;
  • g) sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);
  • h) robotica avanzata e collaborativa;
  • i) interfaccia uomo-macchina;
  • l) manifattura additiva e stampa tridimensionale;
  • m) internet delle cose e delle macchine;
  • n) integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
  • o) programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (il cosiddetto "branding") e sviluppo commerciale verso mercati;
  • p) programmi di open innovation.

Non solo. I voucher coprono anche una tipologia ben diverse di spesa, per consulenze volte ad orientare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso laccesso ai mercati finanziari e dei capitali, attraverso:

  • a) l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa;
  • b) l’avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al Programma Elite, all’apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, all’utilizzo dei nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale quali, a titolo esemplificativo, l’equity crowdfunding, l’invoice financing, l’emissione di minibond.

 

Nasce l’albo degli Innovation Manager

Il decreto indica inoltre i requisiti per potersi iscrivere all’elenco delle società e dei manager qualificati abilitati. Sappiamo che potranno iscriversi le persone fisiche, le società di consulenza, i competence center, i centri di trasferimento tecnologico e gli incubatori.

Le persone fisiche che chiedono di iscriversi all'elenco dei manager qualificati dovranno:

  • essere accreditarsi negli albi o elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso Unioncamere, presso le associazioni di rappresentanza dei manager o presso le organizzazioni partecipate pariteticamente da queste ultime e da associazioni di rappresentanza datoriali;
  • essere accreditate negli elenchi dei manager dell’innovazione istituti presso le regioni ai fini dell’erogazione di contributi regionali o comunitari.

Fra i requisiti per iscriversi figurano: 

  • a) dottorato di ricerca in settori relativi ad una delle seguenti aree: Scienze matematiche e informatiche; Scienze fisiche; Scienze chimiche; Scienze biologiche; Ingegneria industriale e dell’informazione; Scienze economiche e statistiche;
  • b)master universitario di secondo livello in settori relativi ad una delle aree di cui sopra, nonché lo svolgimento documentabile di incarichi, per almeno 1 anno, presso imprese negli ambiti tecnologici inclusi fra le spese ammissibili;
  • c)laurea magistrale in settori relativi ad una delle aree indicate nel primo punto, nonché lo svolgimento documentabile, per almeno tre anni, di incarichi presso imprese negli ambiti tecnologici inclusi fra le spese ammissibili;
  • d) svolgimento documentabile, per almeno sette anni, di incarichi presso imprese negli ambiti tecnologici inclusi fra le spese ammissibili.

Per quanto riguarda le società di consulenza che forniranno i manager dell’innovazione, i requisiti da rispettare sono:

  • essere innanzitutto costituite nella forma di società di capitali;
  • avere sede legale e/o unità locale attiva sul territorio nazionale e risultare iscritte al registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente;
  • non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione anche volontaria, amministrazione controllata, di concordato preventivo e non aver subito condanne;
  • essere accreditate negli albi o elenchi dei consulenti in innovazione istituiti presso le associazioni di rappresentanza dei manager o presso le organizzazioni partecipate pariteticamente da queste ultime e da associazioni di rappresentanza datoriali, oppure presso Regioni che erogano contributi con le stesse finalità. In alternativa, aver eseguito progetti di consulenza o formazione in una o più delle aree tecnologiche incluse fra le spese ammissibi ed essere costituite da almeno 24 mesi.

Anche i competence center, i centri di trasferimento tecnologico e gli incubatori di startup innovative potranno fare domanda per fornire i manager dell’innovazione.

Un successivo provvedimento del MISE definirà modalità e termini per presentare la domanda di iscrizione all’elenco e per richiedere i voucher.

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